Dienstag, 15. Februar 2011

Articolo di Federico D'Angelo

  REPORTAGE ESQUILINO.
Ingresso n° 12. Un attimo ancora nel limbo tra il mercato d’ abbigliamento e quello alimentare per raccogliere le ultime idee su cosa comprare.
Entri ed il profumo, le voci, i rumori e l’esplosione dei banchi annullano le idee, trascinando l‘ avventore in un turbine di sensazioni che mettono in moto le gambe che  da sole iniziano a girovagare  senza inizialmente una meta ed un obiettivo.
Al mercato dell’ Esquilino è bello perdersi e farsi guidare non tanto dai numeri dei banchi o dalle “vie” che l’ attraversano,vedi via “der Carciofo”, ma dagli sguardi e dai gesti di chi vende.
Non è facile dare un ordine a tutti i banchi presenti ed è per questo che come un pittore con la sua tavolozza, il mercato si popola di centinaia di colori dai quali ognuno può attingere i propri.
Una lunga pennellata rossa incornicia tutto il perimetro del mercato.Sono i Macellai ed addetti ai salumi, che si susseguono incalzanti l ‘uno di fianco
all’ altro lungo tutti e quattro i lati .
La scelta di carne è molto varia visto la presenza di macellai italiani,pochi, rumeni, africani, argentini con il tipico Asado e brasiliani con la Picanha,. Ma varia è anche la scelta della lavorazione della carne stessa , infatti a quelle tradizionali si alternano macellerie che seguono il metodo islamico di trattare la carne, detto Halal. Questo primo giro perimetrale viene costantemente accompagnato oltre che dalle urla dei macellai stessi, anche dal rintoccare ritmico dei coltelli che con forza e precisione battono veloci sui taglieri come a scandire il passo da tenere lungo il percorso.
Di fronte a quelle pennellate di rosso, dove la carne viene tagliata, disossata e sminuzzata ad occhi chiusi,
sono disposti i banchi delle spezie, il vero profumo del mercato, colorate di tramonto, che dal rosso dei peperoncini passano al giallo intenso del curry, la paprika, semi di senape, il garam masala cumino e curcuma. Ed è principalmente davanti a questi banchi , chiudendo gli occhi e non curandosi per un attimo degli “aò” e “ah bbello che te serve” di africani e sudamericani, che il profumo ti porta a Marrakech oppure ad Istanbul. Delle piccole profumerie speziate, ottime per organizzare una cena etnica o semplicemente per trovare un compagno di spesa come una manciata di pistacchi.
Se la cornice di questo quadro che sta prendendo forma è rosso sangue, lo sfondo è totalmente verde.  Infatti ,superato il primo “girone”,  ecco l’esplosione di colore con i banchi dedicati alla frutta e la verdure.
Lattuga, cavolo cinese, zucchine e vegetali di vario genere come nashi cinesi, tapashi e zucca del bangladesh. Prodotti particolari, accomunati  dal colore, ma non dalle forme: piccoli.grandi,tondi, a punta allungati. Cucinarle? la risposta dei negozianti è sempre la stessa  “ come le zucchine”. Beh almeno la difficoltà dei nomi è ben bilanciata dalla modalità di cottura.
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E’ con la frutta che lo sfondo verde si colora di centinaia di punte di colore e sfumature, sia frutti quotidiani mele,pere, banane agrumi, e tutti i colori e le forme della frutta che conosciamo, sia esotici come papaya,mango e cocco. Frutta che quasi straripa dai banchi e confonde la scelta anche di ogni singolo mandarino. Quale prendo?  Dove lo prendo ?.
A questo proposito la parentesi è necessaria per analizzare Chi sceglie e Dove all’interno del mercato Esquilino. I banchi sono per il 90% stranieri, o meglio ci lavorano stranieri, perchè la stragrande maggioranza è sotto un padrone italiano. I clienti sono variegati, ma gli italiani sono in minoranza. Soprattutto anziani , che hanno i loro banchi preferiti e da li non si muovono. Parlandone con  una signora infatti si evince che  il percorso è preciso, con tappe rapide e sempre le stesse “ io mi fido solo di chi conosco”   “ sa lei è giovane, ma io sono cinquant’anni che faccio la spesa” ha commentato la signora tra il controllo minuzioso di un guanciale intero ed una chiacchera con l’ amica sull’ appuntamento dal cardiologo.

Come a spezzare questo tripudio colorato, un lungo e spazioso sentiero taglia a metà il mercato.Una grande striscia bianca, luminosa  e gelida ,divide in due sezioni il mercato e come un grande specchio riflette le due parti così simili da specchiarsi l’ una nell’altra. I colori sono freddi e l’olfatto non lascia dubbi .Infatti  sui banchi ricoperti di  ghiaccio sono poggiate decine di argentee  varietà di pesce: da Tonni e Salmoni a spigole ed orate, dai frutti i mare più svariati a polpi e cappesante. L’aria è piu fredda , ma a scaldarla ci pensano le urla , i richiami e l’ esuberanza dei pescivendoli, che intenti ad  annaffiare i pesci, “lottano” per avere il pesce “più vivo” rispetto a quello del banco accanto. La competizione  è però complice  ironica e con battute continue. Ecco le battute sono da presumere visto che la lingua è incomprensibile, ma tra loro si fanno un sacco di risate.
Questo però non è un “quadro” statico, visto che al suo interno si muovono centinaia di persone, clienti, negozianti e curiosi che assaggiano, toccano, annusano trattano il prezzo ed  acquistano questi colori ,riponendoli in piccole buste bianche, pronti ad essere mischiati e gustati nelle proprie case.
La cornice rossa, lo sfondo verde e i mille colori a sporcare la tela divisa in due da una lunga pennellata argento. Il mercato sarebbe un quadro visto dall’alto, ma non è possibile visto che dal 2001 il mercato è al coperto.  Forse  è grazie a questo che tutti i colori, odori e parole rimbalzano sul soffitto e si sprigionano con ancora più forza sugli abitanti di questo piccolo mondo a parte , dove ognuno può immaginare il proprio quadro con i propri colori e le proprie sensazioni.
Federico D'Angelo

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